Cosa cambia con il DDL Merito

Recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, il DDL Merito introduce diverse novità nel pubblico impiego. Vediamo quelle più rilevanti.

🔟 Nelle PA, non sarà più possibile assegnare la valutazione massima a più del 30% dei valutati.
➔ si punta così a superare l’appiattimento delle valutazioni verso i punteggi più alti e a facilitare una reale differenziazione in base alla performance effettiva.
➔ si avvia un percorso verso una valutazione della performance individuale più partecipativa, superando la visione esclusivamente gerarchica: si mira ad attivare un coinvolgimento progressivo di soggetti interni ed esterni nei processi valutativi, valorizzando trasparenza e responsabilizzazione.

👤 Alla dirigenza di seconda fascia (enti centrali) potranno accedere per il 30% dei posti disponibili coloro che hanno già maturato 5 anni da Funzionario o 2 da Elevata Qualificazione (il 50% è riservato al corso-concorso SNA e il 20% a concorsi della singola PA).

👔 Sarà possibile attribuire un incarico dirigenziale a tempo determinato a coloro che, avendone i requisiti, vengono valutati positivamente durante il colloquio e nella verifica della performance individuale. Si tiene anche conto della relazione del dirigente sovraordinato.

⏰ L’incarico conferito dura fino a 3 anni ed è rinnovabile una sola volta. Dopo almeno 4 anni complessivi di incarico e con una valutazione finale positiva, il dirigente potrà essere stabilizzato nel ruolo.

📋 La commissione che valuterà il candidato sarà estratta a sorte e sarà composta da 7 membri:
• 1 presidente, dirigente generale di altra PA
• 2 esperti di personale provenienti da altra PA o dal privato
• 4 dirigenti generali della stessa PA del candidato

💬 E tu cosa ne pensi? È questa la strada giusta per una PA più efficace, equa e trasparente?